Il microscopio è lo strumento che ci consente di esaminare campioni e di osservare ogni loro minimo dettaglio. In commercio esistono sia modelli semplici e accessibili a tutti che prodotti professionali ad un costo più alto. Prima di imparare come funziona un microscopio, è giusto conoscerne la struttura e le sue componenti principali. In questo articolo, ricco di dettagli, vi illustreremo le caratteristiche dei microscopi e degli elementi che lo compongono.
La testa
Si parla di testa di un microscopio quando si vuole indicare la parte superiore dell’apparecchio. Questa componente sorregge gli attacchi per gli oculari. I microscopi possono essere monoculari, se caratterizzati da un unico oculare, e binoculari quando invece ne portano due.
Si parla di microscopi trinoculari quando ci sono due oculari e un attacco per la macchina fotografica o per la telecamera.
I modelli di microscopio più diffusi in commercio sono comunque quelli binoculari. Questi prodotti hanno un peso maggiore perché sono caratterizzati da specchi o anche da prismi che catturano l’immagine che giunge dall’obiettivo e la dividono tra gli oculari. Le luci montate assicurano una certa luminosità all’immagine. L’osservazione effettuata con un microscopio binoculare viene considerata di gran lunga più comoda rispetto ad altri modelli che tendono invece a far affaticare la vista. Il neo? I microscopi con teste bino hanno un prezzo più alto.
Ad essere ancora più costosi sono i microscopi caratterizzati da tre teste. Questi apparecchi vengono utilizzati soprattutto in campo scientifico e sono consigliati per chi fa un uso continuo dello strumento. Per girare un video o anche per scattare una foto, possiamo benissimo optare per un microscopio binoculare: basterò inserire la telecamera, quando necessario, al posto dell’oculare.
Quando scegliete il microscopio da acquistare, indipendentemente dal modello, fate sempre caso che la testa sia libera di girare a 360 gradi. E’ importante, inoltre, che gli oculari risultino inclinati.
La testa di un microscopio può essere sempre sostituita. Se comprate un microscopio binoculare, non è detto che tra qualche anno non possiate passare ad avere tre teste.
Gli oculari
Gli oculari di un microscopio vengono montati sulla testa. Se decidiamo di acquistare un microscopio, dobbiamo tener conto di una serie di importanti elementi in relazione agli oculari. In primis, occhio all’innesto sulla testa che ci consentirà di regolare la distanza tra gli oculari, ovvero quella che nell’ambiente si chiama distanza interpupillare. Ogni persona ha una distanza differente tra le pupille e tale valore deve essere riportato nella distanza degli oculari. Perché? Semplice, dobbiamo fare in modo che ogni occhio possa guardare dritto nel suo oculare.
Altro elemento da considerare, sempre in relazione agli oculari, è il tipo di ingrandimento. Gli oculari standard hanno un potere di ingrandimento pari a 10x. Ci sono modelli con un valore inferiore ed altri con un potere di ingrandimento maggiore. L’ideale è comunque 10x. Altra questione da tenere bene a mente, sempre quando si parla di oculari, è la regolazione diottrica. Diciamo che questo aspetto non va trascurato soprattutto quando la nostra vista inizia a vacillare. Gli oculari di buona qualità consentono di correggere le diottrie.
Quando si fa uso di un microscopio, gli occhiali non vanno inforcati. Chi ha problemi di vista deve essere in grado di regolare la messa a fuoco di entrambi gli occhi.
Il revolver
Esistono vari tipi di revolver: a 3, 4 o 5 posti. I microscopi più modesti, appartenenti ad una fascia di prezzo bassa, presentano revolver a tre posti. I modelli più gettonati sono quelli a quattro posti e vengono considerati la soluzione migliore. In questo caso si possono, infatti, montare gli obiettivi classici.
Gli obiettivi
Di obiettivi ve ne sono tanti e di ogni tipologia e prezzo. Su ogni obiettivo solitamente ci sono due numeri che ritroviamo sul bussolotto. La prima cifra indica il tipo di ingrandimento (ad esempio 60x); il secondo numero invece specifica l’apertura numerica (An 0,85), che è un parametro importante per la risoluzione di un microscopio e per la qualità delle sue lenti.
Maggiore è l’apertura numerica di un obiettivo, superiore è la risoluzione che possiamo raggiungere.
Attraverso il valore espresso dall’apertura numerica, possiamo anche sapere se abbiamo a che fare con obiettivi a secco o obiettivi ad immersione. Se ci ritroviamo con tale indicazione “AN<1”, allora, abbiamo un obiettivo “a secco” che si usa così come lo troviamo. Se invece ci ritroviamo con l’espressione “AN>1”, abbiamo a che fare con l’obiettivo è “a immersione” e per essere utilizzato va messa una goccia di un olio specifico sul vetrino e in questa soluzione va immersa la lente.
Di obiettivi, quindi, ce ne sono di vari tipi. Si differenziano tra loro per il potere di ingrandimento, l’apertura numerica o per il fatto di essere a secco o ad immersione. Altra distinzione va fatta in base alle correzioni ottiche. La luce, infatti, quando attraversa la lente, può causare distorsioni, sfocature, aberrazioni.
Gli obiettivi base non sono corretti. Appartengono ad un livello superiore gli obiettivi acromatici, semiplanari, planacromatici e planapocromatici.
Il costo varia a seconda del modello. I microscopi acromatici appartengono ad una fascia di prezzo bassa. I microscopi planari hanno un costo medio mentre i microscopi planapocrimatici sono i più costosi e indirizzati ad un pubblico più circoscritto.
Il tavolino
Quando descriviamo la struttura di un microscopio, non possiamo certo fare a meno di annoverare il tavolino. Questo articolo ha una forma rettangolare e deve essere caratterizzato da levette che siano in grado di fissare il vetrino. Le manopole, invece, servono a muovere il vetrino.
Le manopole possono essere sia separate che collocate accanto al tavolino o sopra. Inoltre possono essere montate su un singolo asse o pendere sotto il tavolino; in questa circostanza prendono nome di “coassiali” perché girano sullo stesso asse. Le manopole coassiali sono più comode ma hanno anche un prezzo molto più alto. Per chi fa un un uso amatoriale del microscopio, è preferibile optare per manopole separate.
La messa a fuoco
Il tipo di messa a fuoco cambia a seconda del modello di microscopio. I modelli base presentano una messa a fuoco macrometrica; i modelli migliori sono dotati di una messa a fuoco micrometrica. Anche in questo caso le manopole possono essere separate o coassiali. Queste ultime sono le migliori ma ci si può abituare anche alle manopole distinte.
Ora occhio al diaframma e al portafiltri. Quest’ultimo elemento può essere caratterizzato da una rotella con filtri intercambiabili già montati e che non si possono rimuovere o da un sistema a slitta per garantire l’inserimento dei filtri.
I filtri hanno un ruolo molto importante: servono a cambiare la lunghezza d’onda della luce prima che raggiunga il campione.
La risoluzione di un microscopio dipende anche dalla lunghezza d’onda della luce. Se vogliamo alzare il livello, possiamo inserire un filtro blu nel portafiltri. Se invece inseriamo dischi neri nel portafiltri il risultato che otteniamo è quello di un’immagine di un oggetto luminoso ma su sfondo nero. Insomma ce n’è un po’ per tutti; tutto dipende da quello che dobbiamo esaminare.
Il condensatore
Il condensatore è un’altra componente importante di un microscopio. Dal momento che è una lente come l’obiettivo, anche il condensatore è caratterizzato da una sua apertura numerica. Questo può essere sia a secco che ad immersione. Naturalmente i condensatori ad immersione sono quelli specifici per i professionisti; i modelli classici di microscopio sono dotati di condensatori a secco.
Il condensatore può essere regolato sia in altezza che in base alla sua posizione. In questi casi ci sono delle specifiche manopole che ne consentono il movimento.
I microscopi più economici non prevedono la regolazione del condensatore; tale opzione è prevista, invece, nei microscopi di fascia media. Gli apparecchi di fascia alta sono caratterizzati da tale elemento extra e si avvalgono di manopole e viti. Il fatto che un condensatore possa essere regolato serve a migliorare la potenza di risoluzione, nonché ad ottenere una messa a fuoco ottima delle immagini. Tali immagini risulteranno luminose; buoni anche i contrasti.
La luce
Le luci di un microscopio possono essere alogene o a led. Anche in questo caso tutto dipende dal modello di microscopio che abbiamo scelto e soprattutto dal tipo di utilizzo che dobbiamo farne. Nei modelli, che appartengono ad una fascia medio-alta di prezzo, esiste il diaframma di campo che sarà utile per assicurare un particolare tipo di regolazione della luce, nota ai più come “illuminazione di Kohler”.
Nel caso in cui un microscopio disponga di un’illuminazione di Kohler grazie al diaframma, la luce, diretta al condensatore, viene ottimizzata e la risoluzione che si ottiene è quella ideale.
Accessori e ricambi
Sono diversi gli accessori più comuni che possiamo trovare in dotazione a un microscopio. Nei negozi specializzati possiamo inoltre recarci anche per l’acquisto di ricambi.
Un accessorio importante quando si inizia ad avere familiarità con un microscopio è rappresentato senza alcun dubbio dalla guida introduttiva: si tratta di un manuale (non è quello delle istruzioni ndr) rivolto soprattutto ai dilettanti o ai bambini che dovranno usare questo apparecchio per la prima volta.
Indispensabili pure i preparati già pronti all’uso: se siamo alle prime armi, ci occorrono vetrini già preparati in modo da passare direttamente all’osservazione. Utili pure i vetrini vuoti; questi sono adatti sia ai dilettanti che ai professionisti esperti. Non devono mai mancate pipette, pinzette, bisturi, fialette, dischi di Petri: questi accessori non mancano mai nelle confezioni dei microscopi in vendita.
Sia i microscopi per bambini che i modelli per principianti prevedono in dotazione anche dei campioni da preparare. Si tratta di microrganismi che si possono osservare. Utili pure gli oculari intercambiabili; i modelli dal prezzo più alto ne prevedono due o tre. Tra gli accessori di cui non dobbiamo fare a meno ci sono poi i coprilenti che servono a proteggere gli oculari dallo sporco e dalla polvere e i filtri. Questi ultimi articoli sono colorati e trattati nei modelli di fascia alta. Sono molto utili soprattutto per alcune tipologie di osservazione.
Come scegliere
Una volta utilizzato il nostro microscopio, non resta che conservarlo. Sempre meglio se custodito in un sacco in modo che non entri in contatto con la polvere. Le lenti sono molto delicate e tendono a rovinarsi se non ben protette. Vanno pulite con un panno specifico, magari in microfibra in quanto non rilascia pelucchi, e con qualche spray adatto. Le lenti non vanno mai toccate con le dita se non vogliamo correre il rischio di rilasciare sebo o anche le impronte digitali. E’ fondamentale poi che soprattutto il tavolino portaoggetti sia pulito.
In questa guida abbiamo provato a descrivere nei dettagli la struttura di un microscopio e le sue componenti principali in modo che possiate fare la scelta più giusta anche in base al tipo di utilizzo dello strumento. Non ha senso spendere, infatti, una cifra blu per un apparecchio che andrete ad usare poche volte al mese, né pagare poco quando l’uso che dovete farne è assiduo. Facendo la scelta giusta, in base alle esigenze e al budget, vi ritroverete in casa un microscopio che vi farà compagnia per un bel po’ di tempo.