Microscopi antichi, che cosa sono e come si usano, dettagli

Un microscopio antico non  consente di vedere ingrandimenti di qualità. In molti casi è pesante ed estremamente delicato. Allora perché acquistarne uno? Semplice, perché i microscopi antichi, al di là delle potenzialità tecniche, sono vere e proprie opere d’arte. Realizzati quasi a sempre con materiali preziosi come l’argento o l’ottone, sono strumenti di una raffinatezza e di un’ eleganza unica. In commercio se ne trovano ancora molti, di ogni tipo e di ogni epoca. Il questo articolo faremo un breve excursus storico per capire come si sia evoluto questo sofisticato strumento nel corso dei secoli e per dipanare i dubbi su quale sia l’oggetto più adatto da sfoggiare nel nostro salotto.

Il microscopio, un’invenzione determinante per l’umanità

Il telescopio, il cannocchiale, il microscopio e successivamente la macchina fotografica, hanno tutti in comune un  elemento: la lente. Sembra incredibile ma è proprio così. Tutti questi apparecchi nascono da una scoperta: un pezzo di vetro assottigliato e  modellato è in grado di modificare la visione degli oggetti, del mondo stesso.

Le prime lenti, chiamate “pietre di lettura” perché altro non erano che minerali lavorati a mano per ottenere una forma di convessa, consentivano ingrandimenti molto ridotti (da 6 a 10 volte) e, nella maggior parte dei casi distorti a causa delle imperfezioni dovute alla lavorazione rudimentale.

Per quanto poco precise, le pietre di lettura, aprirono la strada alla scoperta del microscopio come lo intendiamo oggi. La paternità del primo microscopio è tutt’oggi oggetto di discussione. I più la attribuiscono allo scienziato italiano Galileo Galilei, inventore anche del telescopio. Altri , invece, ritengono che a costruire il primo prototipo sia stato l’olandese Zacaria Jannes il quale, intorno al 1595, avrebbe realizzato un rudimentale microscopio con tre tubi e due lenti, che scorrevano l’uno dentro l’altro. Da qui il nome, microscopio composto. Di questo primo apparecchio non rimangono esemplari ma solo alcuni disegni.

I primi apparecchi antichi di cui siano disponibili esemplari, risalgono alla fine del XVII secolo e non sono presenti sul mercato, in quanto conservati in musei e collezioni private. Chi volesse acquistare un microscopio, antico, però, non avrebbe che l’imbarazzo della scelta. Considerato un passatempo, infatti, un microscopio era presente in ogni casa di ceto medio  o elevato, fra il 1700 e la prima metà del ‘900.

Microscopi antichi e vintage

Per scegliere un oggetto da acquistare è importante conoscerne le caratteristiche. Cerchiamo quindi capire come siano fatti i microscopi antichi e in cosa differenzino fra loro. Prima di tutto è necessario distinguere fra microscopi antichi  veri e propri e microscopi vintage. I primi sono microscopi costruiti fino alle prime due decadi del 1900. Si tratta di strumenti molto interessanti dal punto di vista storico, ma del tutto privi delle innovazioni tecnologiche che caratterizzano i microscopi moderni. Sono realizzati con materiali di pregio, in particolare argento, ottone e legno e oggi hanno una funzione esclusivamente estetica.

Alla seconda categoria, invece, appartengono tutte le generazioni di microscopi costruiti secondo concezioni moderni ma comunque superati. Un po’ come accade con i computer o i telefoni cellulari. Quelli che erano all’avanguardia negli anni ‘90 del secolo scorso, quindi solo 30 anni fa, oggi appaiono assolutamente fuori tempo. Ecco, per i microscopi vale la stessa regola. Quelli che venivano utilizzati nei laboratori, 50, 40 o anche solo 20 anni fa, oggi appartengono alla categoria vintage e hanno un significativo valore sul mercato del collezionismo, oltre ad essere, se ben tenuti, utilizzabili per scopi di ricerca.

Come erano fatti i microscopi antichi?

A differenza di quelli moderni, i microscopi composti antichi erano privi di condensatore. L’ingrandimento si otteneva solo grazie alla combinazione fra la lente dell’obiettivo e quella dell’oculare. Privi anche delle manopole per la regolazione, questi apparecchi, capaci di ingrandimenti fino a massimo 10x, erano più simili a un cannocchiale che a un microscopio moderno.

Come dicevamo, esistono pochissimi esemplari di questi primi microscopi ed è quasi impossibile trovarne in commercio. Poco dopo Galileo e Jannes, un altro olandese Antonie van Leeuwenhoek , si dedicò alla costruzione di microscopi e lo fece così bene, che per i due secoli successivi tutti utilizzarono la sua invenzione senza preoccuparsi di migliorarla. Quello di Leeuwenhoek fu chiamato microscopio semplice in quanto formato da una sola lente sferica, spessa 1,2 millimetri, montata su un supporto in metallo. Con questo strumento si potevano ottenere ingrandimenti fino a 270 volte. Una vera rivoluzione in campo biologico. Per la prima volta si potevano individuare le cellule di organismi viventi. Fu solo alla fine del XIX secolo che, complice il notevole salto di qualità delle lenti, si cominciarono a costruire microscopi più elaborati. Abbandonati i tubi del microscopio composto Galileiano e la lente singola, apparvero i primi apparecchi di fattura moderna.

L’importanza delle lenti

In quanto privi di condensatore, come abbiamo visto, i microscopi antichi puntavano tutto sulla combinazione di lenti. Per questa ragione le lenti dovevano essere di ottima qualità. Imperfezioni e sbavature, infatti, avrebbero comportato aberrazioni tali rendere inutile l’ingrandimento del campione. Questa è la ragione per cui, dalla metà del XIX secolo in poi, i migliori microscopi venivano realizzati dalle stesse ditte che realizzavano le lenti.  I costi si abbassarono, grazie alla produzione su scala industriale, e la qualità aumento grazie all’avvento delle prime lenti acromatiche che riducevano significativamente distorsioni e riflessi.

La cura nei dettagli e gli accessori

Per tutto il XIX secolo, nonostante fosse ormai riconosciuto il valore scientifico del microscopio, questo apparecchio continuò a essere considerato un costoso giocattolo. Diffusi soprattutto in Inghilterra,  i microscopi per l’hobbistica, erano realizzati con materiali pregiati, in particolare ottone e argento.

Venivano venduti in valigette di legno  e dotati di campioni già preparati e sigillati in vetrini di resina; di lenti acromatiche; pinzette e microtomo, uno strumento studiato appositamente per sezionare i campioni. Esistevano modelli di microscopio di tutti i tipi e per tutti gli usi ludici. Da tavolo, pesanti e ingombranti ma anche portatili e piccolissimi.

Come si usano i microscopi antichi

Se guardassimo un organismo attraverso il microscopio di Jannes o quello di Galileo, probabilmente avremmo la stessa reazione che abbiamo quando ci capita di guardare fotografie antiche o spezzoni di film dei primi anni del ‘900. Saremmo affascinati dall’idea di cosa i nostri antenati siano riusciti a compiere ma riterremmo le immagini assolutamente insoddisfacenti.   Diverso è il caso dei microscopi costruiti dopo la prima metà del XIX.

Pur essendo strumenti molto meno sofisticati di quelli attuali, più semplici da utilizzare e, evidentemente, meno performanti, questi microscopi non sono molto diversi dai microscopi ottici attuali. Usati con le tecniche e le conoscenze moderne, quindi, questi apparecchi sarebbero in grado di dare comunque grandi soddisfazioni.

I limiti maggiori, all’epoca, infatti, non erano dovuti tanto al microscopio in sé, quanto alla mancanza di tecnica nella preparazione e nella conservazione dei campioni. I vetrini, per esempio, entrarono nell’uso comune solo in un periodo relativamente recente. I primi microscopisti, si limitavano a sistemare il campione da analizzare direttamente sotto l’obiettivo. Non lo sezionavano, trovandosi così ad analizzare un organismo poco o per nulla illuminato perché troppo spesso e non sapevano come conservarlo. I campioni organici, di conseguenza, erano destinati a deteriorarsi in brevissimo tempo. Con le conoscenze moderne, quindi, saremmo in grado di utilizzare con successo anche microscopi non proprio moderni.

Cosa offre il mercato dell’antiquariato in microscopia

Sul mercati si trovano, per lo più, microscopi costruiti fra la fine del 1800 e la prima metà del 1900. I prezzi variano da un minimo 50 euro circa in su. La presenza della custodia e degli accessori originali, insieme alle ottime condizioni di conservazione, costituiscono un valore aggiunto.

 

Mi chiamo Maria Vascon, ho una laurea in Giurisprudenza nel cassetto e una lunga esperienza come autrice. Ho scritto manuali giuridici e libri di cucina con la stessa passione e con l’intento di rendere qualsiasi argomento interessante e divertente. Ho messo insieme lavoro e famiglia, senza fare miracoli, ma solo grazie a quell’istinto che gli uomini chiamano sesto senso e noi donne chiamiamo organizzazione.

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